In molti dei suoi libri e interventi, Antonella offre bellissimi commenti a numerosi passi del Vangelo, frutto di anni di studio, meditazione e di una profonda esperienza interiore. Lei è capace di illuminare il testo sacro rivelandone le sfumature più profonde e rendendo accessibili significati spirituali che spesso rimangono nascosti. Con la sua capacità di intrecciare riflessione teologica ed esperienza personale, Antonella invita a un incontro autentico con la parola biblica, stimolando un dialogo vivo tra il messaggio evangelico e la vita di chi ascolta. Il Vangelo di Giovanni, in particolare, ha occupato un ruolo centrale nello sviluppo della via mistica e pensiero teologico elaborati da Antonella. Questo Vangelo offre una chiave di lettura unica per comprendere la trasformazione spirituale e la via di salvezza cristiana. Non a caso, Antonella ha viaggiato a Patmos, l’isola legata a Giovanni Evangelista, che riveste un ruolo chiave nel percorso dell’anima che, da convertita, diventa penitente e infine figlia e madre nel volume di Antonella Dio è madre. In questo volume, Antonella offre una lettura profonda e viva dell’Apocalisse, illuminando con grande intensità e chiarezza vari passaggi di questo testo mistico e riprendendoli in diverse occasioni, sempre con una capacità unica di far risuonare il messaggio spirituale nel cuore del lettore.
Lo studio del pensiero di Antonella mi ha ispirato ad avviare un nuovo filone di ricerca sul Vangelo di Giovanni che desidero condividere in questo sito sotto questa nuova categoria chiamata, appunto, Giovanni. Riflettendo sulle tematiche che costituiscono il fondamento del pensiero di Antonella, ho intrapreso un percorso di studio in cui utilizzo le mie competenze linguistiche come strumento per avvicinarmi all’insegnamento di questo testo, ascoltarlo e meditarlo con uno sguardo nuovo e alla luce dell’insegnamento di Antonella. Utilizzo quindi l’analisi filologica come mezzo di introspezione. L’interesse che Antonella dimostra per la semantica e l’etimologia di termini come sarx, angoscia, miraculum, peccato, infero/inferno si intreccia profondamente con la mia esperienza professionale e la mia passione per la linguistica. Questi termini non sono semplici parole, ma autentici contenitori di concetti, e analizzarli consente di aprire prospettive nuove e profonde di meditazione.
Il linguaggio, infatti, non è una realtà statica, ma qualcosa di vivo e in continua evoluzione. Non si tratta solo di tradurre le parole, ma di entrare nel loro significato più profondo, interrogandoci su cosa ci dicano oggi, anche alla luce dell’insegnamento di Antonella. La riflessione su questi termini diventa così un viaggio di scoperta, capace di rinnovare la comprensione del messaggio evangelico e di far emergere la sua straordinaria vitalità.
Ho intrapreso lo studio del Vangelo di Giovanni nell’originale greco. Attraverso l’analisi linguistica, emergono per me nuove sfumature di significato. Da un punto di vista metodologico, mi affido esclusivamente a dizionari, senza ricorrere a commenti di studiosi, teologi o esegeti. Il mio lavoro si basa quindi su un’analisi personale del testo greco, mettendolo a confronto con la traduzione italiana (CEI 2008) e quella latina della Vulgata (Nova Vulgata), entrambe consultabili su Bibbiaedu.it. Per arricchire ulteriormente il percorso, offro talvolta comparazioni semantiche con il sanscrito, che consentono di esplorare il linguaggio biblico da una prospettiva indoeuropea.
Analizzo il lessico, l’etimologia e il contesto d’uso dei termini evangelici in greco, intrecciando il pensiero di Antonella con la ricchezza del testo di Giovanni.
Il linguaggio è una realtà viva, e tradurre il Vangelo non è solo un esercizio tecnico, ma un’opportunità per riscoprirne il significato profondo. Le scelte dei traduttori, inevitabilmente, influenzano la percezione di concetti teologici complessi, e mi capiterà spesso di mettere in evidenza i limiti della traduzione CEI. La traduzione deve certamente essere rigorosa ma non meccanicistica, deve essere anche un atto di ascolto e interpretazione, capace di mantenere intatta la forza del messaggio evangelico senza tradirne la vitalità.
Corriamo il rischio di diventare assuefatti al Vangelo: lo ascoltiamo ogni domenica, ma spesso non lo percepiamo davvero. Parole che dovrebbero scuoterci finiscono per scivolare via come un’abitudine, prive di impatto, complice anche la frequente sterilità delle omelie. Eppure, il Vangelo è tutto fuorché ordinario. Antonella ci invita a lasciarci interrogare dalla Parola, ad ascoltarla senza l’intermediazione di commenti specialistici, permettendo al testo di parlare direttamente al cuore. Seguendo questo invito, mi sono accostata al Vangelo di Giovanni con uno sguardo rinnovato, aperto alla profondità del messaggio e alla ricchezza intrinseca delle sue parole. Ho scelto di utilizzare la filologia come strumento per andare oltre le traduzioni esistenti, esplorando la radice autentica del messaggio. Tornare alla lingua originale significa per me ascoltare il Vangelo nella sua forma più pura, lasciando che sia il testo stesso a rivelare il suo significato.
Ringrazio di cuore Antonella, che tra le tante altre cose, con il suo insegnamento mi ha fatto amare il Vangelo di Giovanni.
A Giovanni, l’Apostolo dell’Amore e della Luce
Tu che hai posato il capo sul petto del Maestro
e ne hai custodito il mistero nelle parole del tuo Vangelo
hai annunciato la Luce che splende nelle tenebre
il Dio che si fa carne e dimora tra noi
l’Amore che rimane e mai abbandona
a te, discepolo amato
testimone di ciò che è eterno
dedico il mio grazie
perché ancora oggi la tua parola, che vive nella testimonianza dei Santi e delle Sante,
accende in noi la sete dell’Acqua viva che sempre disseta e mai si consuma
risveglia la memoria della nostra appartenenza
il ricordo del mandato eterno dell’essere umano:
svelare il volto nascosto di Dio,
incarnarlo nel palpito del mondo.