Generazione e creazione sono due tematiche centrale nel pensiero mistico-teologico sviluppato da Antonella, realtà parallele, interconnesse da una tensione costante che spinge la creazione verso la pienezza. Qui vorrei sottolineare come Antonella elabori il tema dell’incarnazione come punto di convergenza tra tempo ed eterno. Nel suo pensiero, l’evento dell’incarnazione non è solo un ponte tra due dimensioni, ma il luogo in cui il divino si intreccia con la storia umana, trasformandola dall’interno. È in questo incontro che il tempo si apre all’eternità, e l’umanità viene riconnessa alla sua origine divina.
La generazione appartiene all’infinito e all’eterno, spiega Antonella, al soprannaturale e al compiuto; la creazione, invece, si radica nello spazio-tempo, nel naturale e nell’incompiuto. Nel suo pensiero, questa dinamica è continuamente animata dallo Spirito Santo, forza attiva, operante nella formazione dell’essere umano in ogni sua dimensione: fisica, psichica e spirituale. Quando la natura umana si apre pienamente alla luce creatrice che promana dall’Origine, diventa l’immagine compiuta del mistero divino, lo incarna. Dio non ha un’ immagine visibile, ma si rivela nell’essere umano. Non trova ostacoli nella creazione: prima in Maria, concependo in lei nella pienezza; poi irrompendo nell’umanità del Figlio, rendendo tangibile la coscienza della figliolanza divina.
L’amore scorre incessantemente tra generazione e creazione, ma l’oscurità della non-conoscenza le separa. Quando Gesù si sottopone al battesimo di acqua, si immerge nel Giordano,tuttavia, poiché in lui non vi è ombra né peso, subito raggiunge la radice del tempo: l’eterno, il fuoco della vita. Non c’è in lui alcuna barriera tra il tempo e l’infinito. Per questo i cieli si aprono ed egli vede lo Spirito di Dio. In Gesù, il tempo è un canale trasparente, un veicolo puro della luce eterna. Le sue azioni non lasciano residui, ma sono perfettamente innestate nell’atto creativo. Ciò che egli muove nella creazione è lo stesso movimento della luce nell’eterno.
Se in Gesù tempo ed eterno fluiscono liberamente, negli esseri umani la vena del tempo è ostruita. L’ego straripa, la volontà è dominata da un impulso oppositivo, le azioni e i pensieri sono imprigionati in schemi oscuri. Lo spirito umano fatica ad aprirsi al passaggio che solleva la creazione verso la generazione.
L’incarnazione, punto di convergenza tra tempo ed eterno, si realizza nel momento in cui tutte le condizioni sono mature. I Vangeli ne indicano due presupposti essenziali. Il primo è la discesa dello Spirito Santo su Maria. La sua verginità simboleggia un cuore purificato da ogni idolatria, una condizione imprescindibile per il compiersi della promessa profetica. Maria è umile, vuota di sé, completamente aperta all’accoglienza dello Spirito. Essere piena di grazia significa possedere una ricettività totale, senza riserve. Il suo sì scaturisce da un cuore che si spalanca all’amore, radicandosi nell’Origine, nel tempo dell’innocenza, ma con la piena consapevolezza della risposta d’amore all’Amore, della fedeltà assoluta. La giovane vergine di Nazareth diviene così la porta attraverso cui si compie il disegno divino, l’anello che collega la creazione con la generazione, il tempo con l’eterno. In lei si realizza il compimento del sesto giorno, l’inizio della nuova umanità.