Evocativa la spiegazione di Antonella del passo delle Nozze di Cana, riportato nel Vangelo di Giovanni. Antonella analizza questo passo in La madre velata, ossia dello Spirito Santo, pubblicato nel 2013 su Rivista di Ascetica e Mistica. Riporto sotto alcuni dei punti affrontati.
Nei sinottici è lo Spirito Santo che spinge Gesù nel deserto, e solo dopo il deserto avrà inizio la vita pubblica di Gesù. In Giovanni, invece, questa ha inizio a Cana di Galilea, per la sollecitazione della madre di Gesù, Maria. Maria, che incarna la divina maternità, inizia il figlio alla missione, sottolinea Antonella.
Il racconto delle nozze di Cana raccoglie un dialogo muto tra madre e figlio, entrambi sono dentro il mistero, e silenziosamente dialogano. Entrambi conoscono queste cose.
Le nozze di Cana alludono alle nozze tra umanità e divinità, spiega Antonella. La trasformazione dell’acqua in vino allude al passaggio dal battesimo di acqua al battesimo di fuoco, quindi da un rito di purificazione all’obbedienza totale verso l’opera creatrice. Il battesimo di fuoco ha inizio prima con la discesa dello Spirito Santo in Maria nell’annunciazione, poi in Gesù nel Giordano.
Tre giorni dopo: riferimento alla risurrezione come evento sponsale tra umanità e divinità.
Maria, piena di Spirito Santo, incarna la generazione divina. Il figlio che nasce si innesta non nella genealogia decaduta dell’umanità ma nella generazione divina. In lei la generazione umana incarna la generazione divina.
Venuto a mancare il vino: l’umanità si è spenta alla vita, realtà di inaridimento, mancanza di nutrimenti vitali, malattia che necessita di essere guarita. Qui inizia la missione, che consiste nell’effusione dello Spirito Santo, nell’effusione dell’amore.
La madre inizia il figlio.