Antonella ha sviluppato una teologia ricca e originale di Dio come Madre, che ha esposto in particolare in due libri: Dio è Madre (2013) e Lo Spirito Santo. Divina Maternità in atto (2019). Questa sua elaborazione merita davvero tanta attenzione, sia da un punto di vista teoretico-concettuale che di pratica spirituale poiché offre una prospettiva innovativa e necessaria nella riflessione teologica contemporanea. La sua prospettiva non cerca di contrapporre la maternità alla paternità, ma di integrarle, offrendo una visione più completa e armoniosa del divino.
Nel panorama tradizionale della teologia cristiana, esistono una teologia del Padre e una del Figlio, ma manca una teologia della Madre. Portare alla luce gli aspetti materni di Dio implica un vero e proprio spostamento teologico. Questo cambiamento richiede non solo una reinterpretazione dei testi sacri, ma anche una nuova sensibilità verso il mistero della divina maternità. Ma, come Antonella dimostra, il salto è meno complicato di quanto si possa immaginare: la maternità divina è l’opera che lo Spirito Santo compie nell’umanità. Tratto questo tema in diverse occasioni in questo sito.
Antonella ha composto una bellissima preghiera, che si intitola Madre Nostra, e si trova a p.141 del volume Dio è Madre (2013)
Vorrei offrire un breve commento ricalcando le righe di questa preghiera:
Madre nostra che sei grembo di vita: la preghiera si apre con un’immagine materna di Dio, accogliente e generativa. Il grembo di vita evoca un luogo di origine sacro, sicuro e protettivo, un simbolo della fonte stessa della creazione. Questa metafora non solo sottolinea l’aspetto generativo di Dio, ma lo presenta come colei che sostiene e nutre la vita.
Lo Spirito Santo si effonde: nella prospettiva di Antonella, lo Spirito Santo è maternità in atto, emanazione luminosa, un nutrimento sostanziale in cui la vita si propaga: maternità divina, gestazione costante. Questo passaggio suggerisce un movimento di espansione e diffusione, l’amore e la grazia di Dio sono abbondanti e universali. Allo stesso tempo, l’effondersi dello Spirito è anche un invito a partecipare a questa espansione: accogliere lo Spirito significa diventare canali attraverso i quali la grazia divina può raggiungere altri, contribuendo alla diffusione dell’amore e della luce di Dio nel mondo. Questo è un richiamo a lasciare che l’amore di Dio fluisca attraverso di noi e tocchi tutto ciò che ci circonda.
L’amore fluisce, la bellezza luminosa fiorisce: questa espressione evoca immagini di movimento e vitalità: l’amore, come un fiume, scorre incessantemente, portando vita, trasformazione e rigenerazione ovunque passi. La bellezza, descritta come luminosa, non è statica né semplicemente estetica, ma una forza viva che fiorisce, espandendosi e irradiando luce nel cuore della creazione. L’amore e la bellezza sono presentati come energie divine in azione, forze vitali che plasmano e rinnovano continuamente il mondo.
Come in cielo così in terra: tema centrale nella teologia di Antonella la continuità tra infinito e finito, eterno e spazio-tempo. La terra è dentro ai cieli.
Ogni giorno ci nutri con la tua grazia: riconoscimento della grazia divina come fonte quotidiana di sostegno e nutrimento spirituale. È anche un invito alla consapevolezza e gratitudine; viene sottolineata la continuità e la fedeltà dell’azione divina (ogni giorno). La grazia, vista come un nutrimento, richiama l’immagine materna di Dio: una Madre amorevole che nutre i suoi figli non solo fisicamente, ma anche spiritualmente, offrendo loro ciò di cui hanno bisogno per crescere, vivere e prosperare. Tenerezza, cura e generatività di una presenza divina che ci accompagna quotidianamente, offrendo non solo nutrimento, ma anche sicurezza e amore. È un invito a ricevere con fiducia e ad abbandonarci con gratitudine a questo dono continuo, lasciandoci trasformare dalla luce della grazia che ci viene offerta.
Sciogli le nostre chiusure: questa invocazione esprime il desiderio profondo di liberazione interiore, un’apertura completa alla grazia divina che possa trasformare le barriere, spesso autoimposte, che ci separano dall’Amore di Dio. Quando ci lasciamo amare dall’Amore divino, questo non solo colma i nostri vuoti, ma scioglie i nodi interiori, quelle rigidità emotive, mentali e spirituali che impediscono alla luce dello Spirito Santo di fluire liberamente in noi. L’immagine dello “sciogliere” richiama un’azione delicata e paziente, come se l’Amore operasse con dolcezza ma con fermezza per rimuovere le resistenze profonde. Questo intervento richiede la nostra collaborazione, un atto di volontà e apertura che ci porti a fidarci, ad aprirci e ad abbandonare quelle difese che spesso erigiamo per paura o insicurezza. L’apertura alla grazia divina implica, quindi, un processo di liberazione dalle chiusure personali: paure, attaccamenti, giudizi, e il desiderio di controllo. Trasformazione radicale del cuore, un lasciarsi modellare dalla presenza divina che opera dentro di noi. Solo liberandoci dai nostri limiti interiori possiamo accogliere la pienezza della vita nello Spirito.
Ci avvolgi nella meraviglia della tua opera creatrice: siamo immersi e circondati dalla bellezza e dalla magnificenza dell’opera divina. L’atto di avvolgere indica un abbraccio totale che ci include nella meraviglia e nella grandezza della creazione. Siamo dentro l’opera creatrice, avvolti, ma dobbiamo svilupparne consapevolezza, altrimenti siamo come sott’acqua, non riuscendo a vedere o a credere che oltre l’acqua ci sia aria e luce (altra metafora di Antonella, in Dentro il silenzio, p. 49). Se la nostra visione è oscurata, non riusciamo bene a capire dove siamo, non apprezziamo il panorama che ci circonda, aspettiamo un miracolo quando invece ne abbiamo tanti ogni giorno davanti gli occhi.
Perseveri la memoria della luce anche quando siamo nel buio e ci liberi dalla paura: la Madre è custode di una luce che, sebbene momentaneamente nascosta ai nostri occhi, non si spegne mai. La “memoria della luce” rappresenta non solo il ricordo della nostra appartenenza a questo grembo divino ma anche la certezza che l’amore divino è sempre presente, indipendentemente dalle ombre che attraversiamo. Anche nel buio più profondo – fatto di paura, smarrimento o sofferenza – questa memoria è viva, pronta a guidarci verso la speranza e la redenzione.