Nel pensiero mistico-teologico di Antonella, la resurrezione occupa uno spazio centrale. Antonella rinnova profondamente questo concetto. La resurrezione, nella sua visione, è un processo in atto, un dinamismo spirituale che trasfigura la vita incarnata già ora, nel quotidiano. Dobbiamo però distinguere il concetto della resurrezione di Gesù e quello della resurrezione dei corpi.
In molto dei suoi interventi, Antonella offre una meditazione profonda sulle parole di Gesù: “Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Giovanni 11,25). Nella sua visione, la vita incarnata di Gesù è già manifestazione della resurrezione: è vita nuova, vita trasformata e santificata dallo Spirito. Maria Maddalena vede il Risorto perché partecipa della forza della resurrezione. È suscitata a nuova vita dal tocco puro dell’amore divino, un amore che penetra l’anima e la risveglia dalla morte. Per Antonella, la morte non è veramente vinta finché tutto ciò che è morto non ritorna alla vita. La “morte della morte” è un concetto che ritroviamo in tutti i volumi di Antonella, concetto cardine del suo pensiero: la morte della morte è vita eterna, una vita che scorre senza paura, che non resiste alle perdite necessarie e alle trasformazioni che avvengono con la dissoluzione dei confini, quando spalanchiamo i confini. Quando raffiniamo i sensi spirituali, quando viviamo l’infinito nello spazio, l’eterno nel tempo, l’invisibile nel visibile.
La resurrezione dei corpi è una realtà presente, testimoniata da una vita rinnovata dallo Spirito. Essa richiede lo svelamento di tutte le misteriose sfaccettature dell’amore — un processo che, nell’itinerario mistico guidato dallo Spirito, non segue un ordine cronologico ma si sviluppa in modo intrecciato e simultaneo.
La resurrezione non può prescindere dalla passione, dall’accoglienza della morte. Chi accoglie la luce del Risorto viene subito illuminato. Prima che la vita nuova possa germogliare, è necessario un tempo di purificazione; occorre riattraversare la malattia e la morte, offrendo tutto ciò alla vita, spiega Antonella.
Resurrezione della carne significa che tutto ciò che giace nella morte è richiamato alla vita. È la santificazione della vita incarnata per chi si apre alla luce del Risorto.
È dunque l’umanità, vivificata dallo Spirito e colma di compassione, a testimoniare la resurrezione. La vocazione apostolica non è predicare una dottrina, ma irradiare una vita rinnovata: un amore puro, trasparente, luminoso e compassionevole.
La forza della resurrezione, secondo Antonella, è attiva proprio nel qui e ora, dove eternità e tempo si incontrano. La vera vittoria sulla morte consiste nell’assumere la morte per donarla alla vita. Vivere come se fossimo già oltre la morte: questo significa resurrezione della carne. Una vita che non perde mai l’orientamento verso la pienezza della Vita che scaturisce dal Risorto.
La resurrezione della carne, allora, è un processo spirituale già in atto, che coinvolge la vita incarnata qui e ora.
- Resurrezione della carne significa che tutto ciò che è morto dentro di noi (ferite, oscurità, chiusure) viene richiamato alla vita attraverso la luce e l’amore del Risorto.
- È la santificazione della vita incarnata: il corpo, la materia, l’esistenza concreta sono chiamati a risorgere, a essere trasfigurati dallo Spirito.
- Un cammino presente: vivere già ora come risorti, assumendo la morte quotidiana (le sofferenze, le oscurità) e consegnandola all’Amore e alla Luce che tutto accoglie e trasforma, vivere la Vita eterna nel qui e ora.
- Vivere da risorti significa vivere senza paura della morte, accogliendo le perdite dei confini (cioè l’abbandono dell’egoismo, della chiusura, del possesso) per fluire nella vita piena di Dio.
- La resurrezione della carne è anche una trasformazione dell’amore e nell’amore: l’amore non più possessivo o seduttivo, ma limpido, compassionevole, capace di generare vita nuova.
Nel pensiero di Antonella, la resurrezione della carne è la trasfigurazione dell’intero essere umano, corpo e spirito, già durante l’esistenza terrena stessa. Segno visibile di una vita che si va plasmando nella luce del Risorto, spazio vivo della manifestazione dello Spirito.